È passato un anno dalla morte di Gianni Aricò, scultore, architetto, artista e medaglista veneziano conosciuto e apprezzato per il proprio lavoro in tutto il mondo.
Per rendergli omaggio, alla Scuola Grande di San Teodoro, a Venezia, è stata realizzata la mostra “Come un fiume in Laguna. Le Venezie scolpite da Gianni Aricò”, a cura di Stefano Cecchetto, che si potrà visitare fino al 28 agosto.
Promossa dal Comitato per le celebrazioni di omaggio a Gianni Aricò, coordinato da Sandro Cabassi, l’esposizione raccoglie opere, fotografie, video e fonti biografiche sullo scultore còlto nel suo vivere la quotidianità veneziana e insieme internazionale.
Pellegrini S.p.a, che nella sua lunga storia ha sempre sostenuto e cercato di valorizzare la tradizione artistica e culturale della propria città, è orgogliosa di far parte di questo progetto.
Non solo perché Gianni Aricò è stato un grande artista e, come amava definirsi, “l’ultimo medaglista della Repubblica Serenissima” ma anche perché a lui e alle sue creazioni è legata la storia della nostra azienda.
La sua nuova prospettiva, il suo modo di mettere insieme realtà solo apparentemente diverse, la sua interpretazione viva della società, in cui era artista immerso, il suo sguardo lanciato sempre verso il futuro, tenendo però ferma la tradizione, da sempre si coniugano con lo spirito con cui la nostra famiglia ha improntato il proprio lavoro, cercando di farsi interprete del progresso tecnologico e a volte anche anticipandolo.
Non è un caso che proprio a Gianni Aricò Pellegrini S.p.a, in vista del proprio trasferimento dalla storica sede di Campo San Bartolomeo, a Venezia, alla nuova palazzina di via Paganello, abbia commissionato la statua (accompagnata da due bassorilievi) che si può ammirare all’ingresso del nuovo avamposto mestrino.
Aricò propose di realizzare una figura di donna che segna, con il suo sguardo sereno, il legame tra il passato e il futuro, tra una tradizione connaturata e la crescita aperta a nuove idee e visioni.
Fu, quello, l’inizio di un rapporto con l’artista che non si è mai interrotto e che ancor oggi la nostra famiglia ha voluto proseguire in sintonia con quella che è la finalità di questa esposizione: non solo un modo per cristallizzare il ricordo di un amico e di un artista del nostro territorio ma di continuarne la parabola.
Gianni Aricò è stato davvero “Come un fiume in laguna”: ha apportato un suo arricchimento, un insieme rappresentativo di opere – trasversale per periodo, tipologia e materiali – capaci di generare visioni che puntano direttamente al cuore.